Don Domenico Poeta e il fotografo Giovanni Santi promuovono il progetto di realizzare un libro con testi e fotografie in bianco e nero che racconti “Storie di uomini sulla Via Francigena“.
Ogni cammino è un luogo di incontro, con se stessi innanzi tutto, ma anche con gli altri che siano i tuoi compagni di strada o conoscenze d’occasione.
La Francigena, in particolare, unisce non solo luoghi lontani ma soprattutto persone ed esperienze: pellegrini, artisti, uomini e donne del fare: tutte persone di buona volontà disposti a dare molto per ricevere sorrisi, abbracci e canti di lode.
L’idea è di raccontare alcune di queste storie per capire che ci posso essere molti modi per condividere ‘una Via’ … forse persino senza camminarci.
Il progetto di questa pubblicazione non vuol dunque essere la produzione di una guida georeferenziata ma un libro di letture e di immagini che possano soddisfare il pellegrino e dimostrare gratitudine alle genti tutte che vi si dedicano.
Storie di persone, di luoghi e di cammini
La giovane Mandala Francigena ha percorso tutta la via Francigena, qualche anno fa, all’età di 22anni, partendo dalla sua Canterbury come il famoso vescovo Sigerico: alcuni mesi di cammino, molti incontri e poi l’arrivo a Roma, infine la decisione di rimanere legata alla ‘Via’ tornando ogni estate per aiutare un prete con i suoi ragazzi e scolpendo qualche lapide indicatoria “…che ‘le dritte’ per i viandanti non sono mai abbastanza”.
Più a nord, nella vasta pianura del fiume Po vicino a Piacenza, c’è il burbero Danilo, la sua casa sta sull’argine maestro nei pressi del guado di Soprarivo, a Calendasco. Lì offre da oltre 20 anni ad transitum Padi: un attraversamento del grande fiume su una piccola barca in legno azzurra e grandi racconti sulla finissima sabbia di questa golena o sulla supposta caupona di Sigerico.
I pellegrini sanno dunque che se arrivano alla sua cascina sulla riva sinistra, chiedendo con garbo, avranno un passaggio; troveranno un benevolo Caronte che li porterà di là, poi una stretta di mano, un saluto e si continua.
La storia di Italo si svolge molto più a sud, nelle dolci colline toscane. Lui, insieme agli ‘Amici della Francigena’, taglia 5 e più volte l’erba “…che non smette mai di crescere…”, sul percorso che lascia Siena e si inoltra per oltre 80 chilometri nella Val d’Arbia fino ad attraversare tutta la suggestiva Val d’Orcia.
Spesso, racconta, che pellegrini commossi dal suo fare, cantino lodi di ringraziamento men- tre, spingendo la vecchia falciatrice, gli facilita il percorso.
Matsuda Bunpei e Takashi con i loro allievi
Il Cammino è fatto di esperienze, le opere d’arte sono esperienze. Questa è l’idea che ha spinto quattro importanti scultori giapponesi a produrre segni da posizionare sulla Via.
Cinque anni orsono Matsuda Bunpei, Yamazaki Takashi, Kumazawa Chika e Yamazaki Kafumi sono arrivati per la prima volta a Ponte d’Arbia, nelle vicinanze del ponte trecentesco accanto all’hospitale della Francigena, e hanno iniziato a scolpire – ogni anno per due settimane – lasciando le loro opere sul cammino.
Ogni opera un segno che indica a chi guarda un tragitto, suggerisce il ritmo di un respiro, una pulizia interiore da mantenere, nulla di fisico, tutto di spirito.
In soli cinque anni molte opere sono state disposte a fianco, mai di lato, a sostegno del cammino.
Maestri di una lontana cultura, profonda, essenziale che traduce la materia nostrana, il marmo candido di Carrara piuttosto che il travertino poroso di Rapolano o lo steglioso legno di castagno dell’ Amiata in limpidi canoni orientali, e poi così ,come sassolini di Pollicino, lasciati pian piano cadere negli anni lungo la Via di casa.
Il podere “Le Briccole” con la piccola chiesa
Molte sono le storie dei volontari che in prima persona gestiscono i numerosi hospitalia: associazioni benemerite, singoli pensionati accolgono e mantengono luoghi di ricovero, semplici abitazioni, porti sicuri, sempre aperti spesso in paesaggi d’incanto.
Non di meno sono molti i luoghi di passaggio minori, dimenticati ma che hanno ospitato pellegrini illustri.
Ecco dunque Le Briccole, un’abitazione con una piccola chiesa nel mezzo delle argille della Val d’Orcia dove il Santo Francesco nel suo andare verso Roma trovò non solo ristoro ma qui celebrò ‘le mistiche nozze con Madonna Povertà’. Prima di lui, anche Matilde di Canossa e lo stesso vescovo Sigerico vi avevano soggiornato.
Questo e altro vorremmo raccontare: storie di luoghi tramandati e di persone che segnano un presente di testimonianza valido non solo per la Via Francigena.
E’ nostra intenzione realizzare il libro in due edizioni: una in lingua italiana e una in inglese.
Intendiamo inoltre distribuire il libro nelle tradizionali librerie toscane ma anche negli stessi hospitalia in modo che possa essere di fruizione per il maggior numero possibile di pellegrini.
don Domenico Poeta: bartolomeosan@gmail.com, tel. 388.5826292
Giovanni Santi: giovanni.santi65@gmail.com